Assemblea Sindacale per il riconoscimento del lavoro usurante per i conducenti di automezzi speciali
Mercoledì 20 marzo 2019 dalle ore 11.00 alle 13.00 presso l’Aula della Seconda Sezione Civile della Corte di Appello di Palermo si terrà un’ Assemblea Sindacale dedicata al riconoscimento del lavoro usurante per i conducenti di automezzi speciali.
Interverrà il Segretario Generale Funzione Pubblica, Claudia Ratti, e insieme al Segretario Generale FP, Giuseppe Monaco, al Segretario Generale FP Palermo e Provincia, Cristoforo Alvich e a Mariella Lodato, Coordinatrice Regionale Giustizia, illustrerà la situazione attuale e le proposte sindacali in merito.
Oggetto di discussione saranno anche le altre iniziative sindacali in atto e i rappresentanti di Confintesa FP si renderanno disponibili a rispondere a tutti i partecipanti.
Tra i lavoratori svolgenti mansioni particolarmente usuranti, così come individuate dal quadro normativo vigente, non sono contemplati i conducenti di automezzi speciali.
Tali sono i lavoratori del Ministero della Giustizia adibiti alla guida delle auto-blindate, di scorta ai magistrati, le cui mansioni non possono sfuggire dalla previsione normativa che tutela le “lavorazioni” particolarmente faticose e pesanti ai fini del riconoscimento dell’accesso anticipato al pensionamento.
Ad oggi, le fattispecie riconosciute come “lavorazioni” particolarmente faticose e pesanti sono individuate dal D.Lgs. 21 aprile 2011, n.67, così come “ampliate” dalla L. 27 dicembre 2017, n. 205. Trattasi di lavorazioni sostanzialmente riconducibili ad attività “… per il cui svolgimento è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo…”.
È ormai dato acquisito che i conduttori di mezzi di trasporto siano una categoria caratterizzata da molti eccessi di morbosità (e tale circostanza è tanto più vera quando si faccia riferimento agli autisti di mezzi speciali) tanto che si è assistito nel corso degli anni ad un ampliamento del riconoscimento della fattispecie di lavoro usurante a varie tipologie di conducenti, sia ad opera del D.Lgs. 21 aprile 2011, n. 67 che ne ha introdotto il riconoscimento per i conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo, sia ad opera della Legge 27 dicembre 2017, n. 205 che riconosce tale caratteristica alle prestazioni rese dai conducenti dei mezzi pesanti e camion. Appare, quindi, del tutto ingiustificato, anche sotto un profilo della diseguaglianza di trattamento, il mancato riconoscimento della natura di lavoro usurante prestato dai conducenti di automezzi speciali.
I lavoratori che ad oggi vorrebbero poter esser inquadrati nella fattispecie degli “svolgenti mansioni particolarmente usuranti” onde godere del relativo regime pensionistico di favore sono gli stessi autisti che hanno visto, in prima linea, la violenza mafiosa accanirsi contro i magistrati: ogni incrocio, ogni sorpasso, ogni manovra (semplicemente maldestra) compiuta da altri conducenti è stato, e continua ad essere, per costoro un motivo di quotidiano stress-psichico in alcun modo paragonabile a quello patito da altri conducenti ai quali, invece, è comunque indirizzato il riconoscimento di lavoro usurante per le mansioni prestate.
Ancora, i conducenti di automezzi speciali (auto blindate in scorta ai magistrati) lavorano armati (ove tale scelta abbiano compiuto e senza, peraltro, alcun particolare addestramento alle armi) ed a stretto contatto con personale armato delle Forze di Polizia che, di prassi usa accompagnarsi con le armi in vista e pronte all’uso; guidano ad alta velocità in contesti abitati, soggetti ad una concentrazione mentale che tale guida richiede, in nessun modo paragonabile a quella di altri conducenti ed in frangenti nei quali il semplice spiegare le sirene non esclude, e ne è cronaca, l’incidente, lo scontro con altre vetture, l’investimento di un pedone “distratto”.
Ansie e stress accompagnano i suddetti conducenti nella giornata lavorativa ed anche di notte, momento nel quale al lavoratore viene spesso sottratta la possibilità di recuperare le energie spese di giorno.
L’irrigidimento muscolare cui sono soggetti questi lavoratori per le tante ore prestate alla guida in stato di stress e di concentrazione continua si ripercuote da un punto di vista fisico sul sistema scheletrico: innumerevoli i casi di ernie discali e di altre patologie che coinvolgono il sistema muscolo-scheletrico.
Per queste ultime patologie, certamente riferibili all’attività svolta, riferiscono i conducenti essere in corso anche “cause di servizio”: peraltro le suddette patologie sono correlate alle caratteristiche dell’automezzo condotto. Infatti gli automezzi blindati, il cui peso supera in modo non paragonabile quello di qualsiasi altro autoveicolo di pari volume impiegato nel trasporto privato, per questa loro caratteristica, sono supportati da un sistema di ammortizzatori rigido cosicchè le vibrazioni che subiscono i conducenti, si ripercuotono sull’apparato muscolo-scheletrico, neanche attutite da un sistema di ammortizzamento del sedile del conducente, così come accade per i conducenti di mezzi pubblici di trasporto (che pure godono della tutela offerta dalla lettera d) dell’art. 1 del D.Lgs. 67/2011 D.lgs.) così come per quelli di altri mezzi pesanti (contemplati, invece, alla lettera e) dell’allegato B della Legge 27 dicembre 2017, n. 205).
Alla luce di queste ultime considerazioni si ritiene ancora più ingiustificabile l’esclusione dei conducenti dei mezzi speciali dall’ambito delle categorie tutelate come di lavoratori “svolgenti mansioni particolarmente usuranti”.
Come se non bastasse. I conducenti dei mezzi speciali “patiscono le conseguenze” del guidare un veicolo con vetri blindati, per di più oscurati; formati in passato da ben 5 strati diversi di vetro che spesso, a causa di fenomeni legati alla dilatazione termica (che ancora oggi si riscontrano anche nei cristalli più moderni) formavano delle bolle tra gli strati tali da rendere complessa la visibilità del conducente: impegnativa diventa la semplice “ messa a fuoco”.
Fermo restando che, in ogni caso, la visione attraverso il parabrezza blindato è del tutto “anormale” come dire “distorta”, rispetto a quella alla guida di altro veicolo normodotato: la strada, infatti, attraverso il vetro blindato subisce uno sgradevole effetto lente e la visione ne risulta deformata, con ciò richiedendosi al conducente, oltre ad una certa dose di adattamento, un sicuro maggiore sforzo visivo. Tale problematica si riverbera nella perdita del visus che peculiarmente colpisce l’occhio destro dei conducenti.
Non si può certo dubitare, alla luce di tutto quanto innanzi considerato, che la categoria di lavoratori di cui si discute sviluppi col tempo complessi morbosi che rilevino al fine di qualificare la stessa come di svolgenti attività particolarmente usurante.
Sotto altro profilo, peraltro, il pregiudizio all’efficienza fisica ed il logoramento dell’organismo sono implementati dall’organizzazione dei turni e dall’orario di lavoro.
Basti a tal proposito evidenziare che i conducenti devono garantire la reperibilità nella fascia oraria 08.00-20.00 nei giorni di sabato e domenica fermo restando che negli stessi giorni “di festa”, gli stessi possono essere chiamati ad operare dalle 7,30 del mattino sino alle ore 01,00 di notte con una interruzione, durante la quale gli stessi, si mantengono comunque vigili ed a disposizione del magistrato.
Per tal motivo, riteniamo che il Ministero della Giustizia, per quanto di sua competenza, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e gli altri Ministeri interessati debba attivarsi per convocare un tavolo di concertazione per rivedere la tabella dei lavori usuranti di cui all’articolo 2 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale in data 19 maggio 1999 o, comunque, iniziare un dialogo con le OO.SS. al fine di modificare l’attuale formulazione della lettera d), del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, ove non anche di revisionare la tabella allegato B, al fine di giungere al riconoscimento della natura di lavoro usurante relativamente alla posizione dei conducenti degli automezzi speciali.
L’esclusione dei conducenti speciali, a parere di chi scrive sconta un quadro normativo evidentemente improntato a logiche di una falsa spending review, che taglia i costi immediatamente percepibili e non tiene conto dei costi che l’Amministrazione dovrà affrontare sia da un punto di vista giudiziario (per il contenzioso già in atto, relativo al riconoscimento delle causa di servizio già certe volte improntate dai conducenti) che da un punto di vista di spesa sanitaria; appare del tutto “dimentica” del diritto alla salute dei lavoratori; appare del tutto irrispettosa del criterio di eguaglianza sancito costituzionalmente, che vorrebbe che i conducenti degli automezzi speciali, primi tra tutti i conducenti, possano accedere al regime pensionistico previsto per i lavori usuranti.
Questa Federazione si farà carico di sottoporre la questione nelle sedi competenti per il giusto riconoscimento di quanto dovuto al personale.