Il segretario Generale di ConfintesaFP -Claudia Ratti- scrive al Presidente del Consiglio Mario Draghi ed al Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta
<< Governo ha scelto una soluzione che si ritiene divisiva ed illogica, considerato che al dipendente viene preteso il green pass e l’utenza circola liberamente senza alcun controllo>>.
il Segretario Generale affronta il Governo chiedendo di chiarire quale posizione intenda assumere sull’obbligatorietà della certificazione verde Covid-19 che dal 15 ottobre andrà presentata nelle aziende private e nel settore pubblico, per i dipendenti, restando, invece, esclusi dall’obbligo gli utenti.
Ed ancora – la Ratti – rimarca con durezza come il D.P.C.M. del 23/09/2021 abbia decretato la fine del lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro senza attendere la fine della modalità “semplificata” prevista per il 31 dicembre 2021.
Sul punto, la stessa, chiarisce: << Riteniamo sia irragionevole che, nello stesso periodo, si decida contemporaneamente di mantenere lo stato d’emergenza, ripristinare la situazione ante covid e disciplinare in sede contrattuale il lavoro agile, il tutto in assenza, in moltissime Amministrazioni e per loro esclusiva responsabilità, del “Piano organizzativo del lavoro agile” (POLA) nel quale si dovrebbero definire “le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti, anche in termini di miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa, della digitalizzazione dei processi, nonché della qualità dei servizi erogati >>.
Chiare sono le richieste: il rispetto degli artt. 3 e 4 della nostra Carta Costituzionale; un atto politico con il quale il Governo si assuma la piena responsabilità; un atto di giustizia che eviti discriminazioni tra il personale e l’utenza; una diffusa campagna di tamponi a basso costo; il coordinamento della tempistica per l’avvio del lavoro agile.
Laconica la chiusura della nota che, auspicando una nuova formulazione del decreto, al contrario – sono le parole del Segretario Generale: <<si è solo ottenuta un’ ingiusta spaccatura che si ritiene nuocere all’unità del Paese ed all’incolumità della collettività>>.