LAVORO, SALUTE E SICUREZZA … UN TRINOMIO POSSIBILE ?
Convegno dibattito
29 Novembre 2019 ore 16.00 – 18.30
Palazzo delle Aquile, Sala Rostagno
Piazza Pretoria – Palemo
Il Convegno organizzato da Confintesa FP pone l’attenzione su tre concetti distinti – lavoro, salute e sicurezza – ma necessariamente collegati per la tutela del lavoratore.
L’incontro sarà occasione di confronto, con autorevoli esponenti sindacali, politici e tecnici, per dare continuità e concretezza alle rivendicazioni a tutela dei lavoratori avanzate da Confintesa FP tese a garantire il lavoratore che ha tutto il diritto di operare in ambienti sicuri e salubri e, qualora non sia possibile, per veder riconoscere il “risarcimento” di quanto ingiustamente subito.
Interverranno al dibattito Domenico Amato (segretario Confintesa Palermo) e Giuseppe Monaco (segretario Confintesa Fp Sicilia), si alterneranno il deputato M5s Filippo Perconti, la deputata FdI Carolina Varchi, l’esponente del Pd Teresa Piccione, il sovrintendente sanitario Inail Sicilia Giovanna Maira e l’avvocato Marcello Longo. A moderare l’incontro Cristoforo Alvich (segretario Confintesa FP Palermo). Le conclusioni saranno affidate al segretario generale di Confintesa Fp Claudia Ratti.
Lavorare al sicuro, in una Pubblica Amministrazione, dovrebbe essere un concetto scontato e banale eppure recenti episodi ci hanno dimostrato il contrario.
Lo spirito che anima la recente normativa è orientato alla tutela massima del lavoratore, con la formazione e l’informazione, che si aggiungono e supportano la piena attuazione della normativa già esistente in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Non va dimenticato che già la nostra Costituzione, nell’art. 32, ha annoverato il diritto alla salute tra i diritti fondamentali dell’individuo ed interesse della collettività e nell’art. 35 ha statuito la tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, promuovendo la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
La salute nei luoghi di lavoro è, dunque, un obbligo. Ma se la teoria ci rassicura, la pratica è deludente.
E’ il caso del doveroso riconoscimento del lavoro usurante per alcune categorie. In particolare, si ritiene doveroso l’inserimento, tra i lavori usuranti, della “guida di automezzi blindati.
E’ il caso, non isolato, di uffici pubblici precari, ed alle volte fatiscenti, in cui i lavoratori sono costretti a svolgere le proprie mansioni in piena emergenza, mettendo, a volte, a rischio la propria salute.
Lo spirito di abnegazione di un dipendente pubblico è altissimo, al di là dei facili e ingiusti proclami dei media che amplificano il fenomeno molto circoscritto dei “furbetti” e dei “fannulloni”.
Lo stesso Ministero della Giustizia, al di là del proprio nome, non sempre garantisce condizioni di sicurezza al personale ed agli utenti.
Il recente caso del palazzo di giustizia di Palermo ed il precedente caso degli uffici giudiziari di Bari sono state portate alla ribalta delle cronache nazionali ma restano oscurati i tantissimi casi in cui si lavora in condizioni inaccettabili per un paese “civile” come si dichiara essere il nostro.
A questo punto non resta che scegliere la strada da intraprendere: l’oscurantismo e l’immobilismo che favoriscono i poteri forti oppure la strada del fare e della concretezza?
Lavorare al sicuro, in una Pubblica Amministrazione, dovrebbe essere un concetto scontato e banale eppure recenti episodi ci hanno dimostrato il contrario.
Lo spirito che anima la recente normativa è orientato alla tutela massima del lavoratore, con la formazione e l’informazione, che si aggiungono e supportano la piena attuazione della normativa già esistente in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Non va dimenticato che già la nostra Costituzione, nell’art. 32, ha annoverato il diritto alla salute tra i diritti fondamentali dell’individuo ed interesse della collettività e nell’art. 35 ha statuito la tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, promuovendo la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
La salute nei luoghi di lavoro è, dunque, un obbligo. Ma se la teoria ci rassicura, la pratica è deludente.
E’ il caso del doveroso riconoscimento del lavoro usurante per alcune categorie. In particolare, si ritiene doveroso l’inserimento, tra i lavori usuranti, della “guida di automezzi blindati.
E’ il caso, non isolato, di uffici pubblici precari, ed alle volte fatiscenti, in cui i lavoratori sono costretti a svolgere le proprie mansioni in piena emergenza, mettendo, a volte, a rischio la propria salute.
Lo spirito di abnegazione di un dipendente pubblico è altissimo, al di là dei facili e ingiusti proclami dei media che amplificano il fenomeno molto circoscritto dei “furbetti” e dei “fannulloni”.
Lo stesso Ministero della Giustizia, al di là del proprio nome, non sempre garantisce condizioni di sicurezza al personale ed agli utenti.
Il recente caso del palazzo di giustizia di Palermo ed il precedente caso degli uffici giudiziari di Bari sono state portate alla ribalta delle cronache nazionali ma restano oscurati i tantissimi casi in cui si lavora in condizioni inaccettabili per un paese “civile” come si dichiara essere il nostro.
A questo punto non resta che scegliere la strada da intraprendere: l’oscurantismo e l’immobilismo che favoriscono i poteri forti oppure la strada del fare e della concretezza?
Confintesa Fp ha scelto!